Péguy nasce il 7 Gennaio 1873 a Orléans, città allora circondata dalla campagna, nella quale viveva gente semplice, quel “popolo” al quale Peguy si vanterà sempre di appartenere. Tre mesi dopo la sua nascita il padre, impagliatore di sedie, muore per le ferite riportate nella guerra franco-prussiana del ’70. La madre di Charles e la nonna, per poter vivere e mantenere dignitosamente il bambino, proseguono il mestiere di impagliatrici. Già da piccolo Charles aiuta le due donne, cresce nel rispetto del lavoro serio e impara anch’egli il mestiere. A scuola, iniziata a 7 anni, si dimostra un allievo studioso e attento e nel 1884 ottiene la licenza elementare. Il Direttore dell’Istituto Magistrale fa ottenere a Charles una borsa di studio per proseguire il Liceo Inferiore Municipale e nel 1891 ottiene un’altra borsa di studio per frequentare il Liceo Lakanal di Parigi. All’esame di ammissione per l’Università viene bocciato e Charles decide così di fare il servizio militare. In questi anni insegna, studia e scrive i suoi primi manifesti, permeati dagli ideali socialisti ai quali si era avvicinato. Nel’estate del 1894 è ammesso all’Università, la Scuola Normale Superiore, nella quale si laureerà in Lettere con baccellierato in scienze. In questi anni subì il profondo fascino intellettuale dei suoi docenti, tra i quali Romain Rolland e Henri Bergson. Le sue convinzioni socialiste divennero più chiare e si espose persino in prima persona nell’affare Dreyfuss, difendendo l’ufficiale francese di religione ebraica, accusato ingiustamente di spionaggio a favore della Germania. Dopo due anni di frequenza lascia l’università senza laurearsi e torna ad Orléans: si sente pronto a scrivere, a svolgere, attraverso i suoi lavori, un’importante opera sociale ed educativa. Inizia la stesura di “Giovanna d’Arco”, che gli occuperà 3 anni di lavoro. Giovanna rappresenta il bisogno assoluto di salvezza, come per l’autore, affascinato da un socialismo salvifico, attento alla realtà. Nell’Ottobre 1897 Péguy sposa Charlotte Baudouin, dalla quale avrà 4 figli. Ben presto arrivano per Peguy le prime delusioni dai compagni socialisti, che lo porteranno ad abbandonare il partito. Egli, in realtà, non è un politico e fu grande il suo sdegno quando si accorse che i compagni di cammino, nella realizzazione della Repubblica Universale Socialista, cercavano l’affermazione di sé stessi, creando nuove strutture di oppressione per gli altri. Nel 1898 divenne socio della “Libreria Socialista Bellais”, investendo la dote della moglie, ma dopo pochi mesi l’impresa fallì. Fondò allora i “Cahiers” ( i “Quaderni”) con uscita quindicinale, nei quali invitava alla scrittura anche giovani talenti. Per 13 anni, senza denaro, fino all’ultimo giorno di vita, fa tutto da solo, per 229 numeri. I Cahiers, boicottati implacabilmente dagli avversari politici sopravvivono grazie a 800 abbonati gratuiti e agli amici di Peguy. Staccatosi dal socialismo ufficiale e dai vecchi amici Péguy, nel 1907, approda alla fede. Di sé dice: “Io non sono un convertito: sono sempre stato cattolico” e nel Settembre 1908, all’amico Rene: “Ho ritrovato la fede, sono cattolico”. La sua quindi non fu una conversine repentina, un’illuminazione, ma il riconoscimento di ciò che, nel fondo di sé stesso, era sempre stato. Riscrive così “Giovanna d’Arco”, che diventa “Il Mistero di Giovanna d’Arco”, pubblicato nei Cahiers nel Gennaio 1909. Seguiranno, nel 1911 gli altri due Misteri: “Il Portico del Mistero della Seconda virtù”, e il “Mistero dei Santi Innocenti”. I libri non ottengono nessun successo di pubblico e persino il mondo cattolico li ignora. Péguy infatti era, secondo ilo mondo cattolico benpensante del suo tempo, un cattolico un po’ “bizzarro” : era sposato civilmente, i suoi figli non erano battezzati, la moglie era ancora lontana dalla fede e vi si accosterà diversi anni dopo. Gli amici lo abbandonano e uno dei suoi figli si ammala gravemente. Charles chiede la guarigione, facendo voto di un pellegrinaggio a Chartres se il bambino fosse guarito. Il figlio si salva e Peguy nel Giugno 1912 si mette in cammino per 114 Km fino a Chartres. Non sarà l’unico pellegrinaggio che l’autore compirà, nella sua vita, fino a Chartres. Nel Dicembre 1913, Peguy pubblica il poema “Eve”, 7644 versi, caduti nel più assoluto silenzio di pubblico e di critica. Allo scoppio della prima guerra mondiale Péguy si offre volontario. Come un pellegrino attraversa trincee, campi di battaglia e trova la morte, durante la battaglia della Marna, il 5 Settembre 1914. |